Come festeggiare i 50 anni dello sbarco sulla Luna… a tema scacchistico? Arriva a salvare la situazione Robert A. Heinlein, grande autore di fantascienza che sul numero del maggio 1948 della rivista “Argosy” pubblica il racconto “Gentlemen, Be Seated” – più volte arrivato in italia nell’antologia “La storia futura” – in cui durante il viaggio verso Luna City due pendolari astrali decidono di passare il tempo giocando a scacchi.
Visto che Heinlein ci regala anche le mosse esatte dei due giocatori diretti sulla Luna, riporto il passo completo del racconto, nella traduzione del compianto Giuseppe Lippi per “Classici Urania” n. 251 (febbraio 1998):
Dopo un po’ sentii la voce di Konski. «C’è un gioco che possiamo fare al buio, Jack. Conosce gli scacchi?»
«Sì… so giocare, insomma.»
«Un bel gioco. Lo facevo in camera di decompressione quando lavoravo sotto l’Hudson. Che ne dice di puntare venti a partita, tanto per aumentare il divertimento?»
«Eh? Sì, va bene.» Anche mille, per quel che m’importava.
«Bene. Pedone di re in e3.»
«Ehm… pedone di re in e5.»
«Lei è un tipo convenzionale, eh? Mi fa venire in mente una ragazza che conoscevo a Hoboken…»
Quello che disse di lei non aveva niente a che fare con gli scacchi, anche se dimostrava che era un tipo «convenzionale», per così dire. «Afl-c4. Mi ricordi di parlarle di sua sorella. Sembra che non fosse rossa di natura, ma voleva che la gente lo pensasse. Allora… scusi. La sua mossa.»
Cercai di riflettere, ma mi girava la testa. «D7-d6.»
«Dd1-f3. Dicevo, la ragazza…» Continuò nei minimi dettagli. Non era una storia nuova e dubitavo che gli fosse capitata sul serio, ma mi mise di buon umore. Riuscii addirittura a sorridere, là nel buio. «Tocca a lei» aggiunse Konski.
«Oh.» Non riuscivo a ricordare le posizioni. Decisi di prepararmi ad arroccare, che all’inizio del gioco è di solito una tattica sicura. «Cb8-c6.»
«La regina avanza e mangia il pedone dell’alfiere di re… scacco matto. Mi deve venti dollari, Jack.»
«Eh? Ma non può essere!»
«Vuole controllare le mosse?» Le ripeté tutte, dal principio.
Cercai di visualizzarle, poi dissi: «Sono uno stupido! Mi ha fregato come l’ultimo degli imbecilli».
Ridacchiò. «Doveva tenere d’occhio la regina, non la rossa.»
L.
Gli altri miei blog
che partecipano ai festeggiamenti:
- “Il Zinefilo” con: “Stazione Luna” (1966)
Una commedia sexy lunare con Jerry Lewis non si può vedere, e infatti… si è vista pochissimo! - “Non quel Marlowe” con: “Il finto sbarco lunare”
Storia di come si è diffusa un’idea veicolata dalla finzione cinematografica. - “Fumetti Etruschi” con: “Comunisti sulla Luna!” (2019)
Una storia alternativa in cui sono stati i sovietici i primi a sbarcare sul nostro satellite. - “Gli Archivi di Uruk” con: “Primi sulla Luna!” (Urania 259)
Scheda e incipit di un’Urania d’annata, quando ancora la Luna era lontana. - “30 anni di Aliens” con: “La Luna nell’universo alieno”
Per festeggiare i 50 anni dello sbarco sulla Luna, cosa potevo organizzare di “alieno”? Ho pensato di ricordare qualche apparizione del nostro satellite nell’universo alieno. - “IPMP: locandine italiane d’annata” con: “Stazione Luna” (1966)
Locandina d’epoca della commedia sexy lunare con Jerry Lewis.
Gli altri blog dell’iniziativa:
- “La Bara Volante” con “Capricorn One” (1978)
- “La Fabbrica dei Sogni” con: “Mission to Mars“
- “Il Bollalmanacco di Cinema” con: “Europa Report“
- “The Obsidian Mirror” con: “Preludio allo spazio“
- “Non c’è paragone” con: “Sunshine“
- “Director’s Cult” con: “First Man – Il Primo Uomo” (2018)
- “Solaris” con: “Contact” (1997)
- “Delicatamente Perfido” con: “Moon” (2009)
- “Stories” con: “Uomini veri” (1983)
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Viene quasi voglia di provare a muovere i pezzi sulla scacchiera nel modo in cui ci viene riferito da Heinlein… Scommetto che tu lo hai fatto…
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Sono stato molto tentato e se non avessi avuto così poco tempo per preparare così tanti pist sicuramente l’avrei fatto, ma no, sono andato sulla fiducia. Magari più avanti, con più calma…
Per citare le mosse c’è da pensare siano vere, e grande onore a Lippi che si è ammazzato a mettere in versione europea l’assurda nomenclatura scacchistica americana…
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